un po' di Storia
Intorduzione all'osteopatia
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Per comprendere cosa sia l’osteopatia, dobbiamo avvicinarci all’uomo che, nell’Ottocento, la inventò: Andrew Taylor Still, medico e pastore metodista, insoddisfatto della medicina convenzionale dell’epoca, che non aveva potuto impedire la morte di quattro dei suoi figli a causa di un’epidemia di meningite;
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Still cominciò a pensare alla salute come il risultato dato dall’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo. Still avviò metodi di pratica, ricerca e sperimentazioni sul corpo umano fondando nel 1892 l’American School of Osteopathy, negli Stati Uniti.
La mia conoscenza dell'ingegneria - scrisse Andrew Taylor Still - "mi fece guardare al corpo umano come a una macchina nella quale supporti, cinghie, pulegge e tubi di scarico dovevano essere in ordine. Con tanto lavoro, volontà e speranza imparai che il corpo può subire aggressioni e modifiche alla pari di un motore a vapore, e che dopo averli sistemati, arriva la guarigione"
(A.T. Still, Osteopatia. Ricerca e pratica, Milano 2000).
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Il dottor Still si staccò dalla medicina ufficiale della sua epoca e portò avanti un’intuizione che era già stata dei medici egizi, greci e rinascimentali: la salute è legata all’equilibrio funzionale delle strutture del corpo.
Fondò così un sistema parallelo di formazione medica che si avvale del solo contatto manuale sia per la diagnosi sia per il trattamento. La parola osteopatia deriva infatti dal greco “osteon”, “osso”, e “pathos”, sofferenza.
Dopo essersi ampiamente affermata negli Stati Uniti, l’osteopatia si diffuse anche in Europa, poco prima della Seconda Guerra Mondiale grazie a John Martin Littlejohn, uno dei primi studenti di Still, che nel 1917 fondò a Londra la nota British School of Osteopathy.
Still sapeva che senza movimento non si esprime la vita. Egli sosteneva che “la vita è movimento, il movimento è vita” e aveva compreso che per valutare lo stato di salute è fondamentale esaminare la capacità di movimento.
Traumi, stress, abitudini di vita scorrette, malattie e invecchiamento possono alterarla (in senso sia quantitativo che qualitativo), in tutto il corpo o in alcune sue parti. Ogni componente deve potersi muovere rispetto a ciò che la circonda (mobilità) e deve essere anche capace di movimento intrinseco (motilità) per poter svolgere la sua corretta funzione; altrimenti la sua capacità funzionale diminuisce o addirittura si interrompe.
L’osteopata osserva il paziente nella sua interezza, per comprendere le cause profonde e lontane del suo disturbo.